Da autodidatta a caricaturista
Spesso mi chiedono come ho fatto a diventare caricaturista, se ho frequentato scuole d’arte o corsi specializzati. La risposta, in realtà, è piuttosto semplice: sono un autodidatta. Il mio percorso scolastico è stato decisamente lontano dal mondo dell’arte. Ho studiato Scienze e poi Architettura, materie che mi hanno insegnato a usare programmi di progettazione, ma poco o nulla sul disegno a mano libera. Eppure, la passione per il disegno è sempre stata una costante nella mia vita. Da bambino passavo ore a leggere fumetti, cercando di imitare i miei autori preferiti.
Fu proprio disegnando fumetti che iniziai a sperimentare con le caricature. Semplificare i volti, esagerare i tratti somatici, era un gioco divertente che mi permetteva di creare versioni stilizzate dei miei amici e dei miei insegnanti. Col tempo, questa passione si è trasformata in una vera e propria tecnica. La caricatura, in fondo, è un po’ come fare un ritratto esagerato: si prendono le caratteristiche più evidenti di una persona e si amplificano, creando un’immagine divertente e riconoscibile. Ognuno di noi ha il suo modo di vedere il mondo, e questo si riflette nel modo in cui disegniamo.
Non esiste una ricetta magica per diventare caricaturista. È un percorso personale, fatto di tanta pratica e di una buona dose di osservazione. Ho imparato molto studiando i lavori di altri artisti, dai grandi maestri del passato ai fumettisti contemporanei. Ma la cosa più importante è trovare il proprio stile, quello che ci rappresenta e ci rende unici. La bellezza della caricatura sta proprio nella sua diversità. Ogni caricaturista ha una sua visione del mondo, e questo si riflette nelle sue opere. Non importa se hai studiato arte o meno, l’importante è avere la passione e la voglia di mettersi in gioco.